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al testo di Marina Pacifici
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Era Natale
con un piatto di minestra e pane nero. Era il sorriso bambino che guardava la neve cadere con il naso incollato alla finestra, o il pettirosso intirizzito a beccare briciole sul sentiero. Era Natale nel coro di voci della messa a mezzanotte che s'innalzava con volute d'incenso dalla navata. Era una corsa di fanciulli felici là sull'Appennino tra il ricamo allegro di fumo per le vie del borgo ammantate da una nevicata dal crinale alle pendici. Era la povera tavola imbandita con la tovaglia bianca della festa e la famiglia tutta riunita in compagnia su sedie di paglia. Sorrideva il cielo fuori anche al fischio della tramontana o incappucciato in scura nuvolaglia. Era il sapore contadino del vino rosso e del panforte e anche nella miseria il focolare brillava di calde luci. Qualche semplice dono per i più piccini: noci, arance, una sciarpa fatta a mano, una manciata di mandarini. Era il profumo di ginepro arso nel camino, era la carezza del nonno intento a raccontare mentre fumava la pipa illuminando di felicità il cuore di un bambino. |
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